Tradurre la sperimentazione clinica: risolvi i tuoi dubbi in una mossa

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Tradurre la sperimentazione clinica: risolvi i tuoi dubbi in una mossa

Diversi sono i testi con cui è chiamato a confrontarsi il traduttore che si occupa di ricerca clinica; tra questi, i più ricorrenti sono i protocolli sperimentali, i moduli di consenso informato, i poster e gli articoli scientifici.

Nei protocolli e nei moduli di consenso informato le informazioni concernenti le caratteristiche e la modalità di svolgimento dello studio sono descritte in maniera molto dettagliata; nei poster e negli articoli scientifici la trattazione si concentra maggiormente sui risultati dell’attività sperimentale, pur fornendo gli elementi essenziali per capire l’impianto della sperimentazione.

Se hai già avuto a che fare con questo tipo di documenti, ti sarà sicuramente capitato di trovarti in difficoltà nell’interpretare alcuni passaggi del testo. Facciamo subito un esempio, per rompere il ghiaccio.

Stai traducendo un articolo scientifico che riferisce i risultati di uno studio sul trattamento dell’uveite non infettiva e il titolo recita “Adalimumab for prevention of uveitic flare in patients with inactive non-infectious uveitis controlled by corticosteroids (VISUAL II): a multicentre, double-masked, randomised, placebo-controlled phase 3 trial”.

Tutto chiaro (forse), ma come tradurre “flare”? Probabilmente la tua prima reazione, da buon traduttore, sarà quella di andare a cercare la definizione di flare su un dizionario medico monolingue inglese[1]. Scoprirai così che flare ha varie accezioni.

Definizione di flare
Definizione di flare da thefreedictionary.com

A questo punto presumo che proverai a cercare informazioni sul concetto di flare applicato al contesto dell’uveite: scoprirai allora che l’uveite può accompagnarsi a un fenomeno di essudazione proteica in camera anteriore per il quale anche in italiano si usa il termine flare.

Se il testo che stai traducendo non ti fornisce altri elementi utili per stabilire se il flare di cui si parla sia da interpretarsi come una riacutizzazione o come un fenomeno di essudazione proteica, non avrai altra scelta che lanciarti in ulteriori ricerche su Internet per trovare degli indizi sufficienti a sciogliere il dubbio, ricerche che sicuramente ti porteranno via parecchi minuti o intere mezz’ore.

Ma una sola ricerca sarebbe bastata a fornirti l’informazione che cercavi: la risposta ai tuoi dubbi si trova a portata di mano, e la chiave per accedervi altro non è che il codice NCT o il codice EudraCT dello studio. La Dichiarazione di Helsinki (di cui avremo sicuramente occasione di parlare nei prossimi post) prevede infatti che tutte le sperimentazioni cliniche condotte sugli esseri umani debbano essere registrate in un database pubblicamente consultabile, all’interno del quale gli studi sono identificati mediante un codice univoco. I registri principali sono due: uno è gestito dall’agenzia statunitense NIH ed è accessibile all’indirizzo clinicaltrials.gov, l’altro è europeo ed è accessibile all’indirizzo clinicaltrialsregister.eu.

Nel caso in questione, sapendo che l’identificativo ClinicalTrials.gov dello studio è NCT01124838, con un solo clic è possibile accedere al documento ufficiale depositato nel registro delle sperimentazioni. Si tratta di una scheda recante in forma sintetica informazioni dettagliate sullo studio:

VISUAL II - Primary outcome measures

Da qui scopriamo che flare è da intendersi come “the inability to maintain disease control” e va quindi interpretato nell’accezione di riacutizzazione, e non di essudazione proteica.

In 120 secondi netti (se non hai la fibra) hai trovato la risposta alla tua domanda.

Certo, se fossimo dei medici o se avessimo voglia di approfondire la materia, ci apparirebbe evidente che nell’uveite – un processo infiammatorio a carico dell’uvea – il flare costituisce un segno di malattia in fase inattiva (mentre il tyndall è indice di uveite attiva), e che quindi non avrebbe avuto senso parlare di “prevenzione del flare in soggetti affetti da uveite in fase inattiva”. Ma altrettanto certo è il fatto che il tempo costituisce una risorsa preziosissima per il traduttore ed è quindi importante che quest’ultimo sappia dove trovare a colpo sicuro le informazioni necessarie.

Mi vengono però in mente altre due circostanze in cui il codice identificativo della sperimentazione può risparmiarti ore di ricerche.

Poniamo che tu stia traducendo uno dei documenti menzionati all’inizio del post non più dall’inglese, che è la tua prima lingua di lavoro, ma da una lingua diversa; ipotizziamo che si tratti di un documento in francese sullo studio MENSA, intitolato “Etude de phase III, randomisée, multicentrique, en double-aveugle, double-placebo, contrôlée vs placebo, en groupes parallèles”. Ti sorge un dubbio: non sei certo che il concetto francese espresso da “double-placebo” corrisponda esattamente a quello di “double-dummy” (termine correntemente utilizzato anche nei documenti specialistici in lingua italiana).

Come ti comporti? Individui l’identificativo NCT della sperimentazione e consulti la relativa scheda, di cui riporto un estratto qui sotto:

MENSA - Titolo ufficiale

Il titolo ufficiale della sperimentazione è “A randomised, double-blind, double-dummy, placebo-controlled, parallel-group, multi-centre study of the efficacy and safety of mepolizumab adjunctive therapy in subjects with severe uncontrolled refractory asthma”. La risposta è presto data. L’inglese, in questo caso, è servito da ponte tra due lingue diverse.

In alternativa, se la sperimentazione è inserita anche nel registro europeo consultabile all’indirizzo clinicaltrialsregister.eu, puoi scegliere di effettuare la ricerca con il codice EudraCT o utilizzando lo “sponsor’s protocol code number” (che, come si evince dallo screenshot soprastante, è MEA115588). E così scopriamo un’altra potenzialità di questo strumento: la scheda, in questo caso, è addirittura bilingue.

MENSA - Protocollo da clinicaltrialsregister.eu

Da oggi, quindi, hai un nuovo alleato: che si tratti di ottenere informazioni dettagliate e ufficiali sul protocollo dello studio o di individuare un equivalente terminologico in una lingua diversa, affidati anzitutto al codice identificativo NCT o EudraCT e consulta la scheda della sperimentazione su clinicaltrials.gov o su clinicaltrialsregister.eu.

Note al testo
[1] Ti suggerisco di inserire tra i tuoi preferiti l’indirizzo medical-dictionary.thefreedictionary.com: da questa pagina, con un’unica interrogazione, potrai effettuare ricerche in diversi dizionari medici in lingua inglese.